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EDITORIALE

PIÙ FORTI DI PRIMA

DI ALBERTO CARAMEL

Segretario Generale di Confartigianato Imprese Como

 

La nostra nazionale di calcio ci ha appena dato una grande lezione. La finale ha avuto qualcosa di prodigioso e non solo perché l’Italia ha dominato l’Inghilterra a Wembley, ma perché in questa vittoria è racchiuso un messaggio importante: Mancini è stato capace di predicare e infondere allegria, amicizia e modestia. E gli avversari hanno reso tutto questo ancora più visibile.

Quello della nazionale italiana è un successo che va ben oltre il merito sportivo, ha a che fare col management: si tratta di una gestione efficiente del cambiamento.

Mancini ha avuto il compito di ricostruire e di rinnovare, in un Paese come il nostro, in cui “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”. Ha accettato un incarico che nessuno voleva, un compito difficile e rischioso in cui era possibile deragliare. Mancini, tra l’altro, era chiamato a innovare e a dare spazio a giovani talenti, togliendo la poltrona a vecchi senatori della squadra. Ha creato una nazionale in cui non spiccava un fuoriclasse, è vero, ma c’erano forse ventisei talenti. Una scelta coraggiosa, quella di creare un gruppo coeso, con una rosa ampia, per poter affrontare le diverse situazioni.

La vittoria contro gli inglesi, in un campionato europeo agguerritissimo, assume un grande valore: si partiva dalle macerie, si è arrivati al successo.

Chiare sono le analogie con il nostro Paese di oggi. L’Italia è chiamata ad affrontare una situazione che ha il dovere della ripartenza e della ricostruzione, perché negli ultimi diciotto mesi, hanno traballato anche i paradigmi più inossidabili.

La vittoria azzurra è la metafora di una ripartenza fondata sul gioco di squadra. Gli ingredienti di questa ricetta vincente sono la motivazione e l’entusiasmo di giovani ambiziosi e di talento, affiancati da compagni di grande esperienza, un allenatore che ha messo da parte i successi conseguiti per affrontare una sfida nuova, in cui aveva tutto da perdere.

Poi c’è la capacità di un gruppo in cui ognuno ha un suo ruolo. Tuttavia, a contare di più è l’obiettivo che insieme si persegue, perché è il senso che tiene insieme un gruppo e permette di cercare quel difficile equilibrio, tra le aspirazioni individuali e gli obiettivi comuni. Un senso che oggi, per L’Italia, ha
a che fare con la sfida del Pnrr e il rilancio dell’economia e della società dopo la pandemia, col desiderio di restituire una positiva immagine.
Il mondo in cui viviamo è sempre più complesso. Nessuno ce la può fare da solo. Servono coraggio, competenza, spirito di squadra e una cornice di alleanze che ci permetta di essere più forti di prima. Occorrono autorità capaci di aprire la porta del futuro, valorizzando le tante capacità presenti, capaci di motivare a superare i propri limiti e gli interessi particolari.

Sarà la pandemia, il calcio, o il tempo, ma tutto ci sta indicando una direzione nuova. Il cambiamento può fare paura, soprattutto quando modifica le vecchie abitudini, ma affrontarlo insieme consente di crescere.

Mettiamoci in gioco e vinciamo!